Da Apogee e Id Software il primo FPS di successo della storia!
Nell’idea originale di John Romero, il gioco doveva essere una versione rivista ad aggiornata del classico per Apple II, Castle Wolfenstein (1981, Muse Software) che vedeva il protagonista intento a recuperare documenti segreti nascosti nelle stanze di un castello, pullulanti di soldati nazisti ed ufficiali SS. Rispetto al titolo originale viene sacrificata la componente stealth che prevedeva, ad esempio, la possibilità di evitare gli scontri a fuoco indossando le uniformi dei soldati precedentemente mandati al creatore oppure di nascondere i cadaveri per non allertare le guardie. Una scelta, a mio avviso, felice in quanto donò ai nostri amati PC un titolo carico di adrenalina di cui si sentiva decisamente la necessità, visto il mercato dominato quasi unicamente da avventure e strategie a turni.
Due immagini di Castle Wolfenstein per Apple II (1981)
In Wolfenstein 3D vestiremo i panni del soldato americano, di origine polacca, William “B.J” Blazkowicz nella sua personale e solitaria lotta con il terzo Reich. Il primo episodio (rilasciato come shareware) dal titolo Escape from Castle Wolfenstein (Fuga dal castello di Wolfenstein), coerentemente con la trama del gioco a cui si ispira, vede il soldato alleato intento a fuggire dal castello in cui è stato imprigionato; dopo aver sottratto il coltello e la pistola alla guardia della sua cella, William inizia ad attraversare le varie sezioni del castello fino allo scontro finale con Hans Grosse che, con le sue due mitragliatrici, protegge l’uscita del maniero. I successivi due episodi (acquistabili per posta/fax) dal titolo Operation: Eisenfaust (Operazione: Eisenfaust) e Die, Führer, die! (Muori, Führer, muori!) vedono William, rispettivamente, entrare nel castello di Hollehammer per sconfiggere il Dr. Schabbs, scienziato pazzo, ed il suo esercito di mutanti e nel bunker di Hitler, costruito al di sotto del Reichstag, per sconfiggere il Führer in persona e la sua armatura robotica. Successivamente vennero rilasciati altri tre episodi denominati The Notturnal Mission (Le Missioni notturne), prequel delle missioni originali, in cui il soldato Blazkowicz mette a disposizione dell’esercito alleato i suoi servigi per porre fine allo sviluppo dell’arsenale chimico del terzo Reich.
Tutti gli episodi condividono la stessa struttura: 9 livelli da attraversare (più uno bonus accessibile tramite un varco segreto), centinaia di nemici da massacrare, oggetti da raccogliere (proiettili per il vostro arsenale, kit medici e bonus per incrementare il punteggio), stanze segrete e l’immancabile boss di fine livello. Paragonato agli odierni sparatutto può sembrare tutto un po’ semplificato (ed in effetti lo è!) ma allora fu un vero terremoto (deja vu!?!?) di giocabilità che conquistò in pochissimo tempo migliaia di appassionati.
Oggi è un bel giorno per morire!!! - Hans Grosse il boss del primo episodio di Wolfenstein 3D
Tecnicamente, il gioco fa mostra di un ottimo engine pseudo tridimensionale, forse meno evoluto di quelli che iniziavano a circolare su PC (lo stesso John Carmack, programmatore del titolo, dichiarò di essersi ispirato al motore di Ultima Underworld della Looking Glass) ma per questo molto veloce e adatto ad essere eseguito anche su sistemi non pompatissimi (un 286 consentiva di giocare dignitosamente al titolo Id Software rimpicciolendo un po’ la finestra di gioco). Il motore grafico permette di gestire le pareti texturizzate, lasciando però spogli il pavimento e il soffitto, gli sprite e gli altri elementi dello scenario; mancano invece la possibilità per il protagonista di guardarsi intorno, luci dinamiche ed altezze variabili nei livelli. Il risultato finale è decisamente buono, nonostante gli sprite e le texture tendano un po’ a sgranare quando ci si avvicina troppo (a causa della bassa risoluzione) difetto però a cui si presta poca attenzione, rapiti dalla velocità e dalla frenesia del gioco. Per dovere di cronaca cito Hovertank 3D e Catacomb 3D, i primi titoli della Id Software a sfruttare un motore tridimensionale simile a quello di Wolfenstein limitato però a soli 16 colori. Se graficamente il titolo fa bella mostra dei 256 colori della VGA, il sonoro non è da meno grazie alle musiche sintetizzate ed agli effetti sonori digitalizzati. Parlando del sonoro è impossibile non citare il brano Horst-Wessel-Lied, inno del partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi, che fa da sottofondo alla schermata dei titoli (e che in Germania scatenò numerose polemiche).
Il sistema di controllo è affidato alla mitica tastiera con le frecce direzionali per muovere il protagonista, la barra spaziatrice per aprire le porte ed eventuali varchi segreti, i numeri da 1 a 5 per selezionare le armi da utilizzare ed il tasto CTRL per fare fuoco.
Lo scontro finale con il Führer in persona - Il livello segreto del primo episodio in cui potremo divertirci a sparare a Inky, Pinky, Blinky e Clyde, i fantasmini di Pacman
Prima di lasciarvi alla lettura della valutazione vi informo che è possibile scaricare legalmente il primo episodio di Wolfenstein 3D dal sito ftp dell’Apogee/3D Realms ... tenuto conto che il gioco funziona alla perfezione con il DosBox ... non avete nessuna scusa per non provare il papà di tutti gli FPS!!!
Quando provai il gioco per la prima volta, ne rimasi letteralmente affascinato: vivere un gioco dal punto di vista del protagonista era un qualcosa di mai visto, che regalava al titolo un appeal incredibile a cui era difficile resistere. Come ho già scritto nella recensione, il titolo fu un vero e proprio terremoto nel campo dei videogiochi, creando un genere che a tutt’oggi è uno dei più amati ed apprezzati. Wolfenstein 3D fu il titolo che accese i riflettori sulla giovane software house di Romero, Carmack e soci che avrebbe raggiunto la sua consacrazione l’anno successivo con la pubblicazione di Doom. Grazie di cuore Id Software!!!
wolfestein 3d era uno dei giochi che preferivo quando ero piccolo, con mio padre passavamo tanto tempo a giocarci, mi piacevano tantissimo anche i vari monkey island, prince of persia ecc.
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