mercoledì 1 settembre 2010

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Nel 1990 Access Software rilascia, per Amiga e PC, Links titolo golfistico che segna il passaggio da gioco sportivo a simulazione. Prima dell'avvento di Links i giochi di golf erano simulazioni arcade con grafica cubettosa, interfaccia semplice e povera di opzioni. Con l'arrivo di Links i titoli golfistici diventano le più accurate simulazioni sportive in circolazione, con grafica fotorealistica, gran dovizia di opzioni, fisica realistica e un'interfaccia di gioco che con alcune modifiche sopravvive tutt'oggi (se tralasciamo lo sconvolgimento introdotto dal Wii con i suoi sensori di movimento).


Il gioco, dopo la breve introduzione grafica (accompagnata da un'ottima colonna sonora digitalizzata che ricorda vagamente il Rondò Veneziano) presenta una schermata di menu tramite cui accedere alle diverse opzioni:


  • Start: per iniziare una nuova partita
  • Practice: per prendere confidenza con il gioco
  • Resume: per continuare una partita salvata precedentemente
  • Players: per creare un nuovo giocatore. Potrete specificare il nome del giocatore, il livello (beginner, amateur, o pro), la composizione della sacca delle mazze e il tee da cui iniziare le singole buche (andando di fatto a specificare la lunghezza del singolo percorso)
  • System: per accedere alla opzioni di configurazione
  • Info: per accedere ad un sunto della documentazione
  • Exit: per tornare al prompt dei comandi

Fin dalla sezione di pratica, che è la prima che vi invito a provare, si può notare il grandissimo lavoro dei programmatori per dotare il gioco di una grafica quanto più vicino possibile al fotorealistamo. Oltre 500 fotografie, riprese aeree e misurazioni topografiche hanno permesso di riprodurre i vari percorsi con un livello di dettaglio e precisione mai visto in precedenza. Inoltre, la digitalizzazione del golfista, degli elementi di controrno (aberi, cespugli, ecc) e del suono ambientale (cinguettio degli uccelli, fruscio del vento, impatto tra palla e mazza, ecc) hanno reso ancora più realistico ed immersivo ogni istante di gioco. Il risultato ottenuto è veramente fuori parametro, se valutato con i riferimenti di inizio anni '90. Gli scotti da pagare per tanta beltà sono, il tempo di "calcolo" della singola videata (in pratica tra un tiro e l'altro sarete costretti ad attendere alcuni secondi per consentire al fido PC di calcolare la conformazione del terreno e la posizione degli elementi di sfondo) e la quantità di dati che limita ad uno il numero di percorsi disponibili nella release originale (in seguito vennero rilasciati percorsi aggiuntivi, criticati però per l'eccessivo costo).

 
La mappa e la videata introduttiva del percorso di gioco


L'interfaccia di gioco, è decisamente completa e vi permette di controllare moltissimi dei parametri che influenzano la riuscita di un tiro. Si parte dalla semplice direzione, impostata posizionando sul terreno il paletto utilizzato dal caddy per fornirvi un riferimento (se non si modifica punta dritto alla buca), fino ad arrivare alla posizione dei piedi del golfista e all'inclinazione della mazza; passando per la selezione del bastone (se il giocatore è a livello beginner, il computer ci suggerisce quello più adatto) e della tipologia di effetto da imprimere al colpo. Insomma c'è veramente da sbizzarrisi per arrivare ad eseguire il colpo perfetto. Tale versatilità si paga ovviamente con la complessità dell'interfaccia, ricca di bottoni ed indicatori con dovrete lottare per un po' prima di ottenere i risultati ottimali. In ogni caso non spaventatevi, a livello beginner, lasciando tutte le regolazioni nella condizione iniziale, non dovreste aver problemi, dopo un po' di pratica, ad imbucare la vostra prima palla; in questo modo difficilmente otterrete uno score apprezzabile ma l'importate è iniziare a divertirsi per poi cominciare a giocare con le varie regolazioni, per ottenere via via tiri sempre più spettacolari.

 
L'interfaccia di gioco decisamente ricca di bottoni ed indicatori
(sulla destra la regolazione fine dei parametri del tiro)

Un paragrafo a parte se la merita l'interfaccia di tiro che a distanza di anni presenta diverse affinità con i titolo moderni (Tiger Woods 2010, non sarebbe nulla senza Links!!!!). Il tiro si esegue utilizzando l'indicatore a C (che ricorda il movimento di uno swing) secondo il "paradigma" click-hold-release-click-action (clicca, mantieni, rilascia, clicca, azione). In pratica, si clicca il bottone SWING per iniziare il tiro, si mantiene premuto e si rilascia per selezionare la potenza (la massima potenza si ottiene rilasciando nelle vicinanze della sezione rossa) per concludere, cliccando nuovamente per quando l'indicatore giunge nella zone segnalata dalla freccia (cliccando quando l'indicatore è sulla freccia il tiro è dritto, premendo prima o dopo la traiettoria risulterà un po' sbilenco sinistra o verso destra, rispettivamente). Come potete notare è lo stesso meccanismo dei titoli golfistici moderni se non per il fatto che ora lo swing si esegue utilizzando lo stick analogico.

La spettacolare grafica del gioco va a braccetto con il sonoro digitalizzato, ottimo con la Sound Blaster ma gradevole anche con il PC speaker grazie alla tecnologia Real Sound inventata dai geniacci della Access (leggetevi la recensioni di Main Streets per maggiori dettagli).

Insomma, come avrete capito leggendo la recensione, Links fu un punto di svolta fondamentale nella storia delle simulazioni golfistiche tale da giustificare l'uscita di una decina di titoli (l'ultimo dei quali datato 2003) e un numero incalcolabile di percorsi aggiuntivi. Un vero capolavoro ...

Vi lascio con l'immancabile filmato in cui mi cimento nella prima buca del percorso di Torrey Pines. Dopo un approccio alla buca da manuale (tanto da giustificare un bel "get there!" da parte del mio giocatore virtuale), crollo mestamente sul green realizzando un triplo bogey che mi porta direttamente a tre sopra il par ... sigh :(

3 commenti:

  1. Il gioco e' stato molto coinvolgente, benche' non avesse la grafica dei giochi attuali aveva una giocabilità ancora oggi da invidiare.

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  2. Se non ricordo male, la versione Amiga sfruttava addirittura il modo HAM (Hold And Modify) così da avere fino a 4096 colori sullo schermo. Purtroppo, questa mole di colori non giovava all'overall generale della simulazione che infatti era piuttosto lentuccia, anche per via delle limitazioni del povero 68000 che per queste cose non era di certo il massimo. Ben diverso era il discorso in ambito pc, questi potevano disporre delle cpu x86 e della grafica VGA che garantivano dei risultati sicuramente migliori, sebbene mi pare di ricordare che la cpu minima richiesta fosse un 386 sx. Somma ci volevano dei bei soldini.

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  3. retrobert
    Leggendo in giro, mi pare che la configurazione minima fosse un 286, anche se il 386 era fortemente consigliato (era inoltre necessario spacioccare un po' con la memoria estesa per poter "godere" di tutti gli effetti sonori).
    Negli articoli di solito non riporto la configurazione minima perchè in fin dei conti chi ci vuole giocare oggi non ha più di questi problemi ... basta il buon vecchio DosBox e nella maggior parte dei casi non ci sono problemi. Ai suoi tempi era però un vero divora hardware (soprattutto nella parte di calcolo del paesaggio!!).

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