domenica 24 aprile 2011

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All'inizio degli anni '90 la grafica digitalizzata irrompe violentemente nel mondo dei videogames aprendo quello che per un pò sembrò il futuro di quest'arte. Benchè io non ne sia mai stato un amante, devo ammettere che inizialmente ne restai affascinato proprio come un bambino posto di fronte ad un nuovo balocco. Tra le case che meglio seppero sfruttare questa nuova tecnologia ricordo con piacere la Access Software che, grazie alle futuristiche avventure del detective Tex Murphy (di cui trovate il primo capitolo, Mean Streets, recensito su questo blog), ai campi di golf digitali di Links e al violentissimo Crime Wave sappe conquistarsi l'onore delle cronache. Anche il mondo dei picchiaduro ad incontri, che di li a pochi anni sarebbe esploso grazie Street Fighter II e Mortal Kombat (di cui Pit Fighter il precursore), fu investito da questa innovazione con i risultati che mi appresto ad illustravi.

Nel 1990 l'Atari decide di scuotere l'universo dei coin-op con un titolo per molti versi innovativo. La prima novità a saltare all'occhio (come dimostrano i due screenshot poco oltre) è la grafica digitalizzata di buona qualità che conferisce al gioco un'aspetto decisamente realistico nonostante i lottatori sembrino un po' appiccicati sullo sfondo. Innovativa è anche la tipologia di gioco in quanto in quegli anni godevano di grande popolarità i picchiaduro a scorrimento (alla Final Fight per intenderci) mentre gli spacca ossa uno contro uno stentavano a decollare (ma, come vi ho già accennato, sarebbe stata questione di poco). Decisamente contro tendenza anche la dose di violenza che il titolo porta con se, non tanto per le mazzate scambiate quanto per il sangue che scorre copioso particolare che, unito alla grafica estremamente realista, aumentava la sensazione del dolore inflitto all'avversario ... ovviamente furono polemiche!!
Trattandosi di un coin-op la trama è del tutto ininfluente e sembra tratta da uno dei film Jean-Claude Van Damme che furoreggiavano verso la fine degli anni '80: siete un giovane lottatore che ambisce a conquistare il titolo, ed il bottino, messo in palio da uno dei più "prestigiosi" tornei di lotta clandestina. Tra voi e la meta, undici lottatori di diverso sesso ed etnia che dovrete affrontare in scontri all'ultimo sangue. Tre i personaggi che potrete impersonare (un wrestler, un karateka e un kickboxer), tre i giocatori simultanei ed un unico scenario sono gli altri numeri di questo titolo. A proposito dell'arena di gioco vi segnalo che all'interno di esse i lottatori potranno muoversi non solo in orizzontale ma anche in profondità e che oggetti come casse, barili ed altre amenità potranno essere utilizzate per arrecare maggior danno all'avversario.

Rigiocato oggi, grazie al mitico MAME, devo ammettere che il titolo Atari risulta divertente e giocabile, nonostante la musica decisamente monotoana e le animazioni un po' legnore, soprattutto considerato il livello di innovazione e spettocolarità che porta con se.

 
Due fotogrammi del coin-op

Sull'onda del successo del coin-op l'inglese Domark decide di acquistare i diritti e convertire il titolo per svariati home computer e console. Putroppo, come spesso accade per le trasposizioni di giochi da sala, il risultato è ben lontano dall'eccellenza. Non fa eccezione la versione PC che però, rispetto ai sistemi concorrenti, è quella che lascia maggiormente l'amaro in bocca vista la potenza dell'hardware a disposizione.
Prima di tutto la grafica che sembra portata direttamente da Amiga con la conseguente drastica riduzione dei colori a schermo; senz'altro un peccato visto che con i 256 colori della VGA realizzare una grafica del tutto simile a quella del coin-op era possibile ed auspicabile (e lo dimostrerà la conversione di Mortal Kombat). Come se non bastasse la riduzione dei colori gli sprite dei lottatori sono rimpiccioliti, rispetto alla controparte da sala, e sgranati all'inverosimile. Passi lo scalamento degli elementi in movimento ma, la mancanza di definizione è decisamente insopportabile e figlia probabilmente, ancora una volta, dell'adattamento dalla versione per gli altri sistemi 16-bit vessati dalla mancanza del disco fisso.
Un vero peccato perchè anche gli schizzi di sangue, tanto apprezzati nel titolo originale, che con il calo di dettaglio tendono a somigliare a spruzzi di salsa aurora ... ottima per i gamberi ma poco adatta ad un picchiaduro :o)



 
Due scene di combattimento. Notare il calo di dettagli rispetto alle immagini poco sopra

Ma, se come ho detto spesso, sulla grafica si può anche soprassedere (entro certi limiti ovviamente) ad essere disarmante è il sistema di controllo. Il coin-op prevedeva l'utilizzo di tre tasti: uno per saltare, uno per utilizzare i pugli ed uno per i calci. Nella versione PC questo si traduce nell'utilizzo di otto tasti direzionali (W, D, X, S per le direzioni principali e Q,E,C, Z per le diagonali) ed un solo tasto azione (con il joystick va un po' meglio ma il difetto di base resta). Il problema principale del sistema di controllo risiede proprio nella presenza di un solo tasto per eseguire le mosse che costringe anche l'azione più semplice (scagliare un pugno) alla pressione di due tasti contemporaneamente ... in buona sostanza i comandi direzionali usati insieme al tasto azione danno origine alle mosse (è un po' il sistema utilizzato, ad esempio, da The Last Ninja).
Ancora una volta un scelta fortemente influenzata dagli altri sistemi in cui a farla da padrone era il joystick: su PC con utenti abituati ad agire come polpi sulla tastiera si poteva decisamente implementare un sistema di controllo migliore anche perchè così si rischia di pigiare i tasti a casaccio (e tra l'altro si riesce pure a vincere!!)

 
Due fotogrammi tratti dall'introduzione. Brevi sequenze FMV e definizione ridicola anche per il 1990

Sono questi gli aspetti che penalizzano maggiormente questa conversione relegandola alla mediocrità con buona pace di tutti coloro che speravano di mettere le mani su di un buon picchiaduro! Per il il resto gli altri aspetti del gioco originale sono tutti presenti: arene interattive, folla acclamente (anche se un po' meno "folta"), corpi contundenti, possibilità di sfidare un amico, ecc. Nonostante questo, quando un titolo è bruttino da vedere e poco giocabile, tutto il resto passa in secondo piano non riuscendo in alcun modo a riabilitare il lavoro dei programmatori.
Chiudo con il sonoro che non era granchè nel coin-op e quindi non è nulla di particolare neanche nella versione per computer (sono supportate la Roland e la AdLib quindi scordiamoci pure gli effetti digitalizzati).

Bene (anzi male) ... prima di lasciarvi all'immancabile video vi lascio con un'ultima chiosa: Pit Fighter è stato un titolo innovativo sotto molti punti di vista, un buon successo da sala ed vero ed unico precursore di quel Mortal Kombat che di li a poco avrebbe infiammato il popolo dei videogiocatori. Putroppo la sua conversione per i sistemi casalinghi non fu all'altezza, probabilmente perchè si diede più importanta allo sfruttamento della licenza rispetto all'effettiva bontà del prodotto, ma il valore storico del gioco è innegabile ... a buon intenditor ...

A voi il video ...

1 commento:

  1. Questo è uno di quei giochi che, anche se non mi ha attirato molto, ha contribuito a suonare ulteriormente il campanellino d'allarme per i sistemi Amiga...che rimasero sempre più indietro a mangiare la polvere in campo videoludico.

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