mercoledì 12 gennaio 2011

Print
Oggi parleremo del primo platform game che ebbi l'occasione di provare nella mia ormai trentennale carriera di videogiocatore. Il gioco è datato 1984 quindi non aspettatevi sfaceli ma, visto il particolare affetto che mi lega a questo titolo, ho deciso di dedicargli questo mio tributo in ricordo delle ore di divertimento che mi regalò.


Joe è il solitario custoste di una stazione spaziale NASA in orbita intorno alla terra. Un brutto giorno, il personale robotico della stazione impazzisce diventando una minaccia per povero Joe che si vede così costretto a lottare per abbandonare incolume la sua orbitante dimora. Per raggiungere la salvezza l'impavido custode, indossata la sua tuta spaziale, dovrà attraversare le cinque sezioni che costituiscono la stazione spaziale recuperando le chiave ivi disseminate. A mettere i bastoni tra le ruote al protagonista ci penseranno stuoli di robot fuori controllo e livelli colmi di scale, piattaforme (fisse e mobili), ascensori, pertiche, scivoli e tutta una serie di amenità collocate ad arte. Se aggiungiamo la limitata riserva d'aria, che obbligherà Joe ad a completare il livello entro un tempo massimo, la totale mancanza di armamento, che indurrà il protagonista a saltare o aggirare i robot al fine di evitare il fatale impatto, e l'impossibilità di sopravvivere alle cadute da altezza elevata appare fin da subito chiaro che l'impresa è tutt'altro che semplice!! A questo punto non mi resta che porvi una domanda: "Siete pronti ad indossare la tutta spaziale??".

 
I primi due livelli di Janitor Joe

Come potrete notare dalle immagini il gioco presenta una grafica decisamente spartana ben lontana dai risultati ottenuti da altri titoli contemporanei comunque basati sullo standard CGA (basti vedere l'ottimo Alley Cat ti cui vi ho parlato in uno dei primi post di questo blog). Anche il sonoro è ai minimi termini, ci si limita a pochi effetti sonori ed ad un simpatico jingle nella schermata dei titoli (beeper ovviamente). Nonostante gli evidenti limiti tecnici, Janitor Joe è pervaso dalla giocabilità (e dalla difficoltà ai limiti della frustrazione) che contrastinguevano i giochi della prima generazione videoludica. Insomma un titolo che nonostante i soli cinque livelli vi farà sudare parecchio per averne ragione. A dare una mano alla longevità vengono incontro anche i cinque livelli di difficoltà che agiscono sul comportamento dei robot impazziti: al livello più basso questi si muoveranno lungo pattern predefiniti, diventando via via più veloci, intelligenti (si muoveranno nella vostra direzione se entrate nel loro campo visivo) e letali (grazie alla possibilità di sparare) man man che si aumenta la difficoltà.
Non ottimale, a mio avviso, il sistema di controllo che prevede la pressione di un tasto per bloccare la corsa del personaggio (una volta selezionata una direzione il protagonista continua a muoversi fino a che non lo si arresta esplicitamente) e l'impossibilità di fermarsi durante la salita di una scala. Proprio da questi limiti nel sistema di controllo scaturiscono la maggior parte delle situazioni che vi porteranno ad inveire violentemente verso il programmatore :o)

 
Il terzo ed il quarto livello

Proprio al suo programmatore ed alla gestazione di questo gioco voglio dedicare questo ultimo paragrafo.

Il gioco venne sviluppato in solitaria (situazione molta comune a quei tempi) da un ragazzo di 16 anni di Atlanta (Georgia) in soli 5 giorni. Kevin Bales, questo il nome del giovane programmatore, decise di pubblicare il gioco su di una BBS della sua città, scelta che permise al gioco di diffondersi rapidamente conquistandosi un folta schiera di estimatori (basti pensare che, nonostante la scarsa diffusione dell'antisegnano di internet nell'italica penisola, il gioco riuscì ad arrivare sul mio baldo Olivetti M24). Tecnicamente, il gioco è stato sviluppato in linguaggio BASIC (in seguito compilato) ... proprio dai limiti di questo linguaggio derivano alcuni dei difetti principali di questo gioco come il flickering degli sprite e l'approssimativo sistema di controllo.

Prima di lasciarvi all'immancabile filmato che mi ha fatto sudare le proverbiali sette camice, vi rilancio la sfida che lo stesso programmatore vi propone nella schermata delle istruzioni: "riuscite a trovare la stanza segreta?" (se avrete la pazienza di guardare il filmato fino in fondo vi darò un bell'aiuto!!).


PS
Il gioco funziona egregiamente con il buon DosBox. Visti i limiti del linguaggio di programmazione il titolo non riesce ad adattarsi alla velocità dei processori moderni, quindi impostate il valore cycles (nel file dosbox.conf) ad un valore prossimo a 300 per evitare di vedere schizzare il buon Joe a velocità supersonica (alternativamente premete CTRL+F11 per modificare tale valore a runtime). Buon divertimento ...

2 commenti:

  1. Ciao!

    Ho agregatto il tuo RSS in RetroInvaders > http://retroinvaders.com/it/blog/241/pc-retro-games

    Si ce problema > info .@ retroinvaders ... com

    Grazie!

    RispondiElimina
  2. No ai problema :o)
    Grazie per l'interessamento al mio modesto blog!

    Tex

    RispondiElimina