mercoledì 17 agosto 2011

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I simulatori di guida sono dei gran bei giochi ma richiedono dedizione, impegno e concentrazione. Se il vostro sogno nel cassetto è quello di far stridere gli pneumatici di un auto da sogno, ma non avete voglia di impazzire tra settaggi, assetti e amenità simili non c'è nulla di meglio che concedersi un partitina ad un buon gioco di guida arcade. Il gioco più famoso di questo genere è probabilmente Outrun, titolo che deve la sua popolarità soprattutto allo splendido coin-op e non tanto alle mediocri conversioni che ne furono realizzate per i sistemi casalinghi (PC ed Amiga in primis). L'ottimo lavoro di Yu Suzuki fu ispirazione per decine di software house che, nel corso degli anni, proposero la loro personale visione di questo mondo fatto di strade tortuose, belle ragazze e dream car. Tra queste è impossibile non citare l'inglese Magnetic Fields e la fantastica trilogia di Lotus Challenge che fece letteralmente impazzire migliaia di videogiocatori. Sfortunatamente i primi due episodi della serie Lotus Esprit Turbo Challenge (1990 / Amiga, Atari ST, Commodore 64, Amstrad CPC e ZX Spectrum) e Lotus Turbo Challenge II (1991 / Amiga e Atari ST) non videro luce sui MS-DOS ma, nel 1993, il fenomeno PC era ormai in costante ascesa e non poteva più essere ignorato. Ed ecco quindi, dopo l'iniziale rilascio per i 16-bit Commodore e Atari, l'arrivo del capitolo finale della trilogia sui sistemi che fecero la fortuna dello zio Bill Signori avviate i motori ... la corsa sta per iniziare!!!

Come è facile intuire dal titolo del gioco, il parco macchine è composto interamente da bolidi marchiati dalla storica casa inglese ... tre veri missili "terra-terra" tra cui spicca l'allora prototipale Lotus M200. Vista l'impronta prettamente arcade del titolo non si notano particolari differenze nella conduzione dei tre mezzi, se non nel senso di velocità percepito, ma questo poco conta visto che il bello è immaginarsi alla guida di una di questa auto da sogno!

  
Esprit S4, Elan S8 e M200 ... un parco macchine di tutto rispetto

Se il parco macchine è ricco, ancor più ampio è l'insieme dei tracciati su cui gareggiare: ben 13, ognuno ambientato in uno scenario differente. Si va della ventosa freeway americana al percorso cittadino da affrontare in notturna, passando per lo scenario futuristico/marziano e per l'innevata ascesa montana. Insomma tanti tipi di tracciato (ad anello e non) ognuno con le sue inside a cui prestare attenzione: massi, raffiche di vento che spostano letteralmente di lato la vettura, barriere laser, pozzanghere, cantieri stradali e tutta un'altra serie di amenità piazzate a dovere per rendere le competizioni più avvincenti e stimolanti. Due le tipologie di gare che è possibile affrontare: la classica lotta contro il tempo in cui l'importante è arrivare al termine del tracciato prima dello scadere del tempo a diposizione, rimpinguato ad ogni checkpoint, oppure la gara contro 19 avversari computerizzati da mettere in riga uno dopo l'altro (come da copione partiremo sempre ultimi). Se aggiungiamo che le gare sono suddivise in tre diversi campionati di difficoltà crescente ... beh ... par fin  da subito chiaro che dovremo consumarne di carburante per riuscire a conquistare il titolo di miglior pilota.

 
Lo splendido tracciato innevato e la 'turbo zone' nella pista futuristica

A proposito di carburante, gli "sceneggiatori" hanno ben pensato di inserire un piccolo elemento di strategia legato proprio alla gestione del propellente. In altro a destra nello schermo è presente una barra di diversi colori che indica la quantità di carburante ancora presente nel serbatoio. Se il livello arriva a zero la gara è persa; saranno quindi necessarie soste ai box per rifocillare le vostre idrovore a quattro ruote. Ovviamente nei primi tracciati non sarete costretti alla sosta ma andando avanti nella competizione un'accurata strategia dei pit-stop si rivelerà importante, se non decisiva, per conquistare la prima piazza. Completano le caratteristiche del gioco, un modello di guida prettamente arcade che permette di prendersi molte libertà e una modalità due giocatori in split-screen veramente impagabile ancora oggi.
Prima di passare alla solita, blanda, analisi tecnica voglio spendere due parole sulla modalità RECS, vera e propria innovazione rispetto ai precedente episodi della serie (su PC essendo il primo ed unico episodio potremmo parlare di "inizio con il botto"). Tramite un'apposita interfaccia è possibile configurare le grandezze che definiscono il circuito: curve, ostacoli, saliscendi, lunghezza, visibilità, ecc. A questo punto è sufficiente selezionare l'ambientazione e la tipologia di circuito (chiuso o aperto) e prendere nota del codice alfanumerico ad esso assegnato (con cui poterlo richiamare) ... il gioco è fatto, un nuovo tracciato è pronto per essere utilizzato in tutte le modalità di gioco. Un sistema decisamente potente ed immediato che garantisce una longevità praticamente infinita al gioco. I più "pistini" potrebbero obiettare che non è possibile "disegnare" il tracciato ... è vero ma va comunque riconosciuto ai Magnetic Fields il tentativo, a mio avviso ben riuscito, di fornire un approccio alternativo al classico editor dei tracciati. Può piacere o meno ma è sicuramente innovativo!!

 
Se guidare nella nebbia non è piacevole aspettate di provare il tracciato con i TIR cha attraversano la strada all'improvviso!!!

Dal punto di vista grafico il gioco è una vera gioia per gli occhi ... colorato, veloce, finemente animato che sprite grandi e ben definiti ... gli scenari scorrono via letteralmente alla velocità della luce rendendo bene il senso di dinamismo di queste corse forsennate. Se la grafica è buona non da meno è il sonoro grazie al supporto di diverse periferiche audio: AdLib, Sound Blaster, Roland MT-32 oltre al sempiterno beeper interno. Le musiche sintetizzate dal chip OPL-2 risultano decisamente ben fatte per toccare l'apice quando vengono riprodotte dalla MT-32 che sotto il profilo musicale ha ben pochi concorrenti. Ancora una volta le capacità superiori della Sound Blaster vengono ignorate relegando alla sintesi la generazione degli effetti sonori. E ancora un volta l'utente PC equipaggiato dell'hardware Creative è costretto a piegare la testa di fronte ai fantastici effetti sonori digitalizzati dell'Amiga e del suo chip Paula ... una vera disdetta!!!
Semplice modello di guida implica un semplice modello di controllo che si limita sterzare, accelerare e frenare ... joystick e tastiera sono entrambi ottimi ... come al solito è una questione di gusti (le cose si complicano un po' con lo stick nel caso si opti per il cambio manuale ma è solo questione di pratica).

E' giunto il momento di lasciarvi al video in cui conquisto "agevolmente" il torneo di minor difficoltà avendo ragione di piloti quali M. Carburettor, Vin Clark, Ricardo Pastry e Nelson Pickets (questa storpiatura dei nomi mi ricorda una mitica avventura di Paperino che lessi ormai tanti anni orsono). Per il filmato ho optato per le splendide musiche prodotte dal mitico sintetizzatore Roland (egregiamente emulato tramite Munt).
A voi ...




1 commento:

  1. Come ex utente Microsoft, proveniente dai sistemi MSX, ho sempre trovato molto piu affascinante all'epoca lo sviluppo dei PC invece che quello Amiga, sperando un giorno di procurarmene uno, perché capivo già dai primi gemiti di questo sistema che avrebbe fondato le basi del futuro informatico odierno.
    Lotus The Ultimate Challenge è uno di quei titoli che ripagava le mie attese e speranze, confermando sempre più il mio orientamento verso i PC, con un gameplay veloce, fluido, calibrato, grafica pulita come pulito è altrettanto il suono midi tipico delle prime soundcard dell'epoca.
    Da appassionato dei racing game, questo Lotus non è che mi abbia mai fatto gridare al "miracolo", per qualsiasi piattaforma, ma dava un chiaro segno di quanto il PC stesse prendendo nuova forma in modo imponente e globale.

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