mercoledì 28 settembre 2011

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In principio fu Wizardry (Sir-Tech) che, nel 1981 su Apple II,  inventò il genere dei dungeon crawler in prima persona. Nel 1985, sempre su Apple II, arriva The Bard's Tale (Interplay) che, con la sua grafica colorata ed il suo motore grafico all'avanguardia, stabilisce nuovi standard. Nel 1988 tocca all'Amiga stupire il mondo con Dungeon Master titolo che porta il genere nell'era dei 16-bit ... grafica fantastica, audio principesco, controllo interamente tramite mouse e un'estrema giocabilità sono le caratteristiche di un gioco destinato a restare nel cuore di molti videogiocatori. Nell'anno del signore 1990 tocca alla, fino ad allora semi sconosciuta, Westwood, già autrice di diversi titoli basati sull'universo di Dungeons and Dragons, dare nuova linfa al genere con il primo episodio della trilogia di Eye of the Beholder. Un netto passo in avanti anche per il publisher SSI (Strategic Simulation Inc), detentore dei diritti per lo sviluppo di videogiochi basati sull'universo di AD&D, che finalmente svecchia il suo parco titoli basato su GDR a turni (Pool of Radiance, Couse of the Azzure Bonds, ecc) in favore di un genere più "dinamico" e adatto ad una più ampia platea. Il gioco è fin dall'uscita un grande successo tanto da meritarsi, dopo l'uscita per PC-MS/DOS, una conversione per Amiga (1991), SNES (1994) e perfino per il mitologico Mega CD (1994). Questo è il titolo che lancia la Westwood nell'olimpio della grandi software house degli anni '90 ... e scusatemi se è poco :o)

La trama è quella classica di un qualsiasi romanzo fantasy, di cui ammetto di essere un avido divoratore: la città di Waterdeep, una delle più importanti dei Forgotten Realms, è minacciata da una misteriosa e malefica presenza. Il consiglio dei saggi decide quindi di assoldare quattro eroi, quattro avventurieri, per investigare, scovare la malvagia entità e porre fine al suo nefasto influsso. Il manipolo di guerrieri viene quindi condotto all'ingresso delle fogne cittadine (chissà perché i cattivi hanno sempre la brutta abitudine di andare a rintanarsi in luoghi umidi, angusti e maleodoranti), luogo da cui il male fluisce e si espande per la città.
L'avventura non inizia purtroppo nel migliore dei modi visto che l'ingresso crolla non appena i quattro lo hanno attraversato ... a questo punto non resta altro da fare che inabissarsi nelle profondità del dedalo sotterraneo per stanare il malvagio Xathar e porre fine alla sua minaccia.

Quanto vi ho fin qui raccontato viene illustrato con molto trasporto da una breve introduzione animata ... nulla di eccezionale ma quanto serve per far venire un po' di sana acquolina in bocca :o)

 
Due fotogrammi tratti dall'ottima introduzione animata

Dopo la presentazione, come da tradizione, il gioco permette di creare il party che ci accompagnerà durante l'intero viaggio. Tramite una serie di menu si potranno selezionare la razza (umano, elfo, mezz'elfo, gnomo, nano, hobbit), l'orientamento (positivo, neutrale, negativo e varianti), la classe (guerriero, chierico, mago, ranger, ladro e paladino) ed il viso dei quattro compagni di battaglia. Combinando questi elementi, ed agendo sulle differenti "grandezze" che caratterizzano un personaggio (forza, destrezza, punti ferita, ecc), si ottengono "individui" unici che conferiscono un taglio differente all'avventura. Ovviamente un party equilibrato (un guerriero, un chierico, un ranger e un mago sono l'ottimo) garantisce un avvio più "semplice" ma nessuno vi impedirà di creare di un gruppo più orientato alla battaglia o alla magia (in fondo è un gioco di ruolo). L'iniziale gruppo di quattro avventurieri si potrà infoltire durante l'avventura grazie a personaggi che, una volta incontrati, potranno essere invitati ad unirsi all'allegra combriccola :o)

 
La creazione del party è veloce ma efficace

Creato il manipolo di eroi non resta altro che gettarsi nella mischia ed iniziare ad esplorare i 12 livelli di dungeon che ci porteranno all'epico scontro finale. E la cosa bella è che, come Dungeon Master insegna, tutto si può fare con pochi click del mouse: si agisce sulla frecce poste nella parte bassa dello schermo per muovere il personaggio, si utilizza il tasto destro sull'arma impugnata  per combattere e con pochi e rapidi tocchi si gestisce comodamente l'inventario. Un sistema semplice ed immediato che permette fin da subito di esplorare e affettare zombi, troll, goblin e chi più ne ha più ne metta. Non mancano ovviamente gli immancabili enigmi a base di pulsanti, passaggi segreti ed oggetti da raccogliere ed utilizzare al meglio. L'unico difetto dell'interfaccia di gioco è totale mancanza di un sistema di automapping che vi obbligherà ad armarvi di matita, gomma e carta a quadretti per evitare di girare in tondo come delle trottole (ovviamente oggi c'è internet su cui si trovano mappe dettagliate ma, tanti anni orsono, probabilmente per spingere la vendita degli hit-book, le doti di "cartografo" erano indispensabili per aver ragione di questo tipo di giochi).

 
Due immagini di gioco

Se l'interfaccia di gioco è da lodare, la grafica non è da meno grazie al buon utilizzo della VGA che regala scenari dettagliati e colorati ... un netto passo in avanti rispetto al vecchio Dungeon Master che aveva, ad essere sinceri, un aspetto un po' scialbo (ricordatevi però che la grafica non è tutto!!!). Molto ben disegnati anche i nemici ed i vari personaggi che potremo incontrare nelle nostre scorribande ... a dire il vero qualche frame di animazione in più non avrebbe guastato ma non è il caso di lamentarsi visto che preso nell'insieme il comparto grafico è comunque molto piacevole. Un po' scarso il sonoro che, a parte la musica durante la presentazione, sarà limitato ai soli effetti: questo contribuisce sicuramente ad aumentare la tensione visto che i passi dei nemici che si avvicinano, le catene che stridono e altri "rumoretti" di sottofondo vi terranno sempre sul chi va là.

Tirando le somme non posso far altro che consigliarvi di giocare ad Eye of the Beholder poiché, ancora oggi, garantisce dal sano divertimento ... la mancanza delle mappe può risultare un po' frustrante ma sulla rete, come già detto, si trova di tutto ... l'importante è non abusarne per non privarsi del gusto dell'esplorazione. Volendo proprio fare le pulci al titolo vi segnalo la presenza di un solo slot per il salvataggio e la totale assenza di un finale grafico: mi ricordo ancora oggi quando completato il gioco mi sono trovato di fronte un breve schermata di testo per essere poi sparato al prompt di DOS senza troppi complimenti ... qualcosa di meglio di poteva fare ed infatti la versione Amiga, uscita l'anno seguente, ha una sequenza conclusiva degna dei fasti del gioco. Resta valida la critica mossa da sempre ai giochi di ruolo su computer: linearità, libertà solo apparente e impossibilità di giocare insieme agli amici (caratteristiche dei GDR cartacei) ... per giocare in rete con gli amici sarà necessario attendere ancora un po' di anni (oppure imboscarsi in qualche laboratorio universitario per dilettarsi con un MUD ... se sapete cosa sono siete dei vecchietti ma anche dei pionieri!!!)

A voi il filmato in cui vi guido attraverso il primo livello delle fogne di Waterdeep :o)

6 commenti:

  1. Come sempre le conversioni Amiga sono una spanna sopra al PC...soprattutto nell'audio!! Ahahahah

    A parte gli scherzi, un gioco davvero mastodontico in entrambe le versioni, che ogni retrogamer dovrebbe (ri)giocare!

    Bel colpo Tex!

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  2. Ehehheh ... proprio un gran bel gioco :o)

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  3. Bene ... ora che ho un attimo di tempo vado a provare EOB sul mio Amiga ... rispetto alle rece precedenti non l'ho fatto anticipatamente visto che son quasi convinto che poco cambi tra le due versioni ... probabilemente audio un po' più bello da una parte, grafica un po' più' colorata dall'altra ... insomma praticamente la stessa cosa cioè ... FANTASTICA su entrambe le piattaforme :o)

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  4. Giusto Tex!

    Anzi se vuoi preparare una recensione della versione Amiga (che io non ho più purtroppo) sarò felice di pubblicarla sul mio blog indicandoti, ovviamente, come autore dell'articolo!

    Fammi sapere!

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  5. eheheheh .... ieri sera sono salito in mansarda, dove tengo parte dei miei retro oggetti, e mi sono ricordato che sabato scorso per fare una cena avevo smontato la retroscrivania ... nel we la rimonto e poi si vedrà ...

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