sabato 5 novembre 2011

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Non mi ricordo esattamente l'anno. Probabilmente erano i primi anni '80 quando uno dei due flipper, dell'unico bar del mio paesiello, venne sostituito dal cassone di Space Invaders. Io avevo circa 10 anni e, in quella sala maleodorante dove i nostri genitori la sera fumavano giocando a carte, attendevo che i "grandi" finissero di giocare per infilare una monetina nell'apposita fessura e concedermi un po' di sano blastaggio alieno.
Space Invaders invade il Giappone (scusate il gioco di parole ma ci stava benissimo)  nel 1978 grazie alla Taito Corporation ed al geniale Toshihiro Nishikado che, oltre a programmare il gioco si occupò anche di progettare l'hardware necessario a realizzare il titolo che lo consacrò tra i grandi dei videogame. Nel biennio successivo, grazie a diversi distributori internazionali (Midway, Sidam, Atari, ecc), il gioco raggiunge prima l'America, poi l'Europa e quindi l'italica penisola ed il mio villaggio sperduto tra le verdi colline canavesane ... in tutto il mondo fu un successo e per quanto mi riguarda fu il primo coin-op che ebbi occasione di giocare.
Il gioco propone l'interpretazione personale di Toshihiro della guerra dei mondi: gli alieni, ordinatamente disposti su cinque file, scendono, eseguendo un ampio zig-zag, lentamente ma inesorabilmente verso il fondo dello schermo che, una volta raggiunto, decreta l'avvenuta invasione. A difendere la superficie dell'amato pianeta noi, a bordo di un cannone in grado di muoversi orizzontalmente e di sparare colpi di artiglieria pesante sugli alieni. L'ondata aliena che avanza via via più velocemente verso la superficie, non mancando di riversaci addosso la sua potenza di fuoco, deve essere eliminata in toto per accedere al livello successivo. Un gameplay semplice ma assolutamente ipnotico anche grazie al sonoro minimalista che con dei semplici impulsi segue il ritmo crescente dalla partita ... unico ... e chi l'ha provato sa cosa intendo. Tre le vite a disposizione del giocatore ed un numero infinito di livelli (la partita record mondiale è durata ben 38 ore!!!) sono gli ultimi tasselli che caratterizzano questo storico coin-op.

 
La schermata dei titoli (con tanto di tabella dei punteggi!) ed un momento di gioco

Guardando queste immagini, di fronte ad una grafica così minimale ma così ricca di emozioni.per tutti noi "vecchietti" dei videogame, mi viene quasi da commuoversi . Per motivi prestazionali, la grafica è completamente monocromatica e l'effetto colore è dato da strisce di plastica colorata appiccicate allo schermo (verde in basso e rossa in alto dove di tanto in tanto passa l'astronave del mistero che regala, se colpita, un bel pacchetto di punti).

Un tale successo planetario non poteva non essere oggetto di conversioni per i vari sistemi casalinghi che man mano andavano diffondendosi: si parte dall'Atari 2600 e dal Commodore PET, per passare poi all'Atari 5200, al Commodore 64 e all'MSX (non mancano ovviamente versioni più o meno autorizzate su altri sistemi, come ad esempio Space Intruders per ZX Spectrum). Con il passare degli anni, e con il crescere della potenza di home-computer e console, arrivano anche i primi remake che, oltre ad aggiornare la grafica ai nuovi standard, cercano di rendere il gameplay più vario senza però tradire le peculiarità del titolo originale.

Super Space Invaders arriva nel 1991 grazie all'operosità dei programmatori della Taito ed alla Domark che si occupa di distribuirlo nel mondo occidentale. Il titolo viene sviluppato per i principali home-computer ad 8-bit, per Amiga ed Atari ST, per Sega Master System e Game Gear, e ovviamente per l'amato PC/MS-DOS.

Il gioco, almeno nelle sue incarnazioni a 16-bit, inizia con un breve cartone animato di ottima fattura che ci fa capire fin dall'inizio cosa ci aspetta: la tranquillità dell'avamposto terrestre è rotta dal segnale di allarme seguito, dopo alcuni istanti, dall'apparire di una orda di alieni sullo schermo. Il pilota si fionda letteralmente a bordo del suo mezzo d'attacco per andare a constatare di persona la situazione. Giunto in contatto con gli alieni (che sono, come da tradizione giapponese, carini anche se malvagi) non gli resta altro da fare che constatare la dura realtà: la guerra è iniziata!!

 
Due fotogrammi tratti dal fantastico cartone animato introduttivo

Se il filmato è fantastico, altrettanto eccezionale è la spiegazione che gli sceneggiatori dagli occhi a mandorla danno di questa nuova invasione spaziale: è l'anno 2061 e gli ormai vetusti cabinati dell'originale Space Invaders sono stati abbandonati nell'orbita terrestre diventata una sorta di discarica fluttuante. Uno di questi cassoni sfugge però all'attrazione gravitazionale della terra iniziando così a vagare per lo spazio profondo. Dopo decenni di peregrinazione spaziale, il coin-op viene recuperato da una razza aliena che, vista la sorte toccata a dei loro simili, decide di andare sulla terra per dare una lezione all'arrogante razza umana ... e te pareva :o)
Bene ... dopo questa ricca introduzione, siamo pronti ad affrontare il gioco in una delle due modalità proposte: Normal o Advanced. Se la prima fa si che i vari livelli debbano essere affrontati in sequenza, la seconda permette di selezionare quale stage affrontare (a patto che questo sia stato completato con successo nella modalità classica).
Se il primo livello propone esattamente la stessa meccanica dell'originale Space Invaders, già dal secondo appaiono evidenti le novità inserite per svecchiare il gameplay altrimenti troppo ripetitivo. Si parte con gli alieni che scendono verso il basso quanto la posizione sottostante nella formazione è stata "liberata", nemici che dopo il primo colpo "si gonfiano" necessitando quindi di una successivo sparo, formazioni e pattern di attacco differenti rispetto al tradizionale zig-zag, nemici più grossi e più incazzati e così via.
A spezzare il ritmo incessante dell'avanzata aliena, ogni tre quadri saremo chiamati ad affrontare un simpatico livello bonus che già dal titolo promette faville: "Mutilazione del bestiame".  Lo stage, si ispira alla leggenda metropolitana statunitense che vuole scorribande aliene come causa del ritrovamento di capi di bestiame orribilmente mutilati (credo ci sia anche una puntata di X-Files ispirata a tali eventi). Eccoci quindi pronti a difendere una mandria di mucche dal rapimento degli alieni che fluttuano nel cielo a bordo dei loro ufo ... ovviamente essendo un livello bonus non si può morire ma salvare gli armenti dona soddisfazione e punti extra!!

 
Il primo livello ci fa pensare ad un semplice aggiornamento grafico ... ma non è così - Salvare le mucche dal rapimento è indispensabile per accumulare punti

Ad incrementare il punteggio contribuisce anche l'astronave del mistero che di tanto in tanto attraversa la parte alta del terreno di gioco ... nel caso di questo remake però, l'enigmatica astronave, elargisce interessanti power-up molte volte indispensabili per completare il livello. Tra questi abbiamo il raggio laser, che distrugge in sol colpo un'intera fila di alieni, il colpo doppio, che consente di spare due bordate consecutive, la farfalla (?!?!?), che blocca per un po' i nemici sullo schermo, le barriere che, come nel gioco classico, ci proteggono per un po' dall'avanzata dei nemici e gli scudi che ci permettono di subire qualche colpo in più prima di perdere una delle preziose vite. Tutti i potenziamenti sono momentanei ... ma sempre bene accetti :o)
Chiudono l'elenco delle novità i tre boss che dovremo affrontare ogni 12 quadri ... e qui i power-up sono essenziali visto che con il cannoncino di base riusciremo a malapena a scalfire la sua dura corazza.

 
Ecco cosa intendo per alieni grossi ed incazzati - Uno dei potenziamenti attiva le quattro barriere presenti nel gioco originale

Chiudo questo articolo, che sta diventando un po' lunghetto, con la mio solito pistolotto pseudo-tecnico. Allora .. la grafica è più che dignitosa, nulla di eccezionale intendiamoci, ma è in grado, e le immagini parlano da se, di ridare smalto agli sprite monocromatici di fine anni '70. Molto belli gli sfondi che, seppur totalmente inutili al fine del gioco, sanno dare maggior profondità al campo di battaglia. Il commento sonoro pressoché assente, se non nella sequenza introduttiva, sa far rivivere le emozioni degli impulsi martellanti del titolo originale ... e diciamocelo è un bene perché quel continuo pulsare induce quell'ansia che dovrete riuscire a controllare per avere la meglio sulle orde aliene ... come raramente accade il sonoro fa parte integrante del gioco.
Per quanto riguarda la longevità abbiamo dodici ambientazioni ognuna composta da quattro livelli per un totale di 48 stage differenti ... a prima vista non sono moltissimi ma sono quelli che servono a divertire senza far venire a noia un titolo non estremamente vario!!!

Bene, prima di lasciarvi all'immancabile filmato, invito videogiocatori vecchi e nuovi a provare questo titolo uscito all'inizio degli anni '90 per far breccia nel cuore di tutti coloro che già allora amavano il retrogaming ... eccezionale!!!!


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