Con il termine PC (Personal Computer) si intende un computer di uso generale (general-purpose) le cui dimensioni, prestazioni e prezzo d'acquisto siano adatte alle esigenze di un singolo individuo (da cui l'aggettivo personale). Da questa definizione si evince che l'Apple II (1977, che a tutti gli effetti può essere considerato il primo personal computer di successo), il Commodore 64 (1983) e il buon vecchio ZX Spectrum (1982) sono a tutti gli effetti dei PC.
Nel 1981, IBM immette sul mercato il suo primo personal computer, l'IBM PC 5150 (in seguito ribattezzato semplicemente PC IBM). Il sistema, basato sul processore Intel 8088 (il papà dell'architettura x86, di cui vi ho parlato non molto tempo fa), nonostante il prezzo non proprio abbordabile (3000$) e la bassa capacità di elaborazione ebbe un notevole successo grazie alla sua affidabilità, solidità ed espandibilità (tramite un bus interno, caratteristica molto rara tra gli altri PC dell'epoca, che probabilmente fu la chiave del "trionfo"). Grazie al suo successo, il PC IBM divenne rapidamente standard de facto dell'industria dei personal computer scatenando, tra l'altro, l'ingegno delle manifatture orientali (Taiwan, Singapore, ecc) che iniziarono a rilasciare cloni sempre più performanti e a buon mercato. Oggi, IBM è uscita dal mercato dei personal computer ed i termini "IBM PC" e "compatibili IBM" sono caduti in disuso, il termine PC viene utilizzato, in una sua accezione, per indicare i sistemi basati sull'architettura x86, naturale evoluzione dei sistemi disegnati tanti anni prima dalla International Business Machines.
L'IBM Personal Computer 5150
L'utilizzo di un computer, qualsiasi esso sia, è reso possibile da un software "di base", che permette all'utente, ed alle applicazioni, di interagire con le risorse (come esempio i dischi) dell'elabratore: il sistema operativo.
La sigla DOS (Disk Operative System, sistema operativo su disco) non identifica nessun sistema operativo in particolare ma, semplicemente, indica la modalità con cui tale software viene distribuito: gli amati/odiati floppy disk. Proprio per questa sua genericità, la particella DOS compare nel nome di molti sistemi operativi: AmigaDOS, Atari DOS, CommodoreDOS, Apple DOS, ecc.
Dovete sapere che, nel 1981, un giovane ed arrembante Bill Gates e la sua neonata Microsoft, fino ad allora dedita allo sviluppo di linguaggi di programmazione (qualcuno si ricorderà il Microsoft Basic, sui sistemi MSX), acquistarono, per pochi denari, dalla Seattle Computer Products il QDOS (Quick & Dirty Operative System), clone a basso costo del CP/M, ai tempi sistema operativo standard sui microcomputer. Con questo ebrione di sistema operativo (appena 4000 linee di assembler) rimaneggiato per l'occasione, lo zio Bill si propose ad IBM come fornitore per la nascente piattaforma IBM PC. Ed ecco il colpo di scena: nonostante gli innumerevoli bug del software, IBM accetta l'offerta (probabilmente per il costo contenuto, quindi più adatto ad un sistema "casalingo") assecondando le richieste di acquisirlo su licenza e di permetterne la vendita anche ad altre società. Da quel giorno per ogni PC IBM, o compatibile, con sistema operativo MS-DOS (questo il nome scelto per l'infante) Microsoft percepisce una royalty grazie alla quale, vista l'incredibile diffusione, il giovane Bill costrisce l'impero che lo ha reso uno degli uomini più ricchi del pianeta.
L'MS-DOS è, per certi versi, già vecchio alla nascita visto che, su altre piattaforme, come quelle di casa Apple e Commodore, iniziavano a diffondersi sistemi operativi più performanti basati su intuitive interfacce grafiche. Il DOS di casa Microsoft, propone ai propri utenti un ambiente "complesso" basato su un interprete dei comandi testuale, decisamente spiazzante per gli utenti non avvezzi; io stesso mi ricordo la telefonata di un amico che mi chiamò dopo aver ricevuto in regalo un fiammante PC Olivetti ... lo trovai imbambolato davanti al video intento a fissare la mitica sequenza di caratteri "C:\>". Gli utenti PC, dovettero attendere fino al 1995, se tralasciamo Windows NT e OS/2 di IBM, quando, con l'avvento di Windows 95 misero finalmente le mani su in sistema operativo moderno, dotato di interfaccia grafica e adatto a sfruttare le potenzialità delle CPU a 32 bit (che erano sul mercato da quasi 10 anni!!!!). Fino a quel giorno, utilizzare l'MS-DOS per giocare significava lottare con i suoi file di configurazione (i mitici AUTOEXEC.BAT e CONFIG.SYS) per limare i byte di memoria disponibile e caricare i driver delle loro schede grafiche e sonore. Dopo un periodo di sovrapposizione tra i due sistemi, Windows 95 prese il sopravvento e questa infernale operazione andò in pensione, con buona pace di tutti gli smanettoni. Dopo Windows 95 arrivarono, tralasciando l'inutile Millenium, Windows 98, Window XP, Windows Vista ed infine l'odierno Seven. Ogni nuova versione del sistema operativo Microsoft, perdeva compatibilità nei confronti del buon vecchio MS-DOS, rendendo sempre più difficile giocare ai titoli del passato; compatibilità che scompare completamente con l'avvento di Windows Vista (ma già con XP non è che fosse tutto rose e fiori).
Ed ecco che nel 2002 da un'intuizione dell'olandese Peter Veenstra, arriva il DosBox che permette a tutti noi di godere dei classici del passato senza rinunciare alla peculiarità dei moderni sistemi operativi ... ma di questo parleremo nel prossimo articolo ...
Prima di lasciarvi, vi invito a vedere questa scena tratta dal film "I pirati di Silicon Valley" in cui viene narrato l'evento da cui hanno inizio le fortune di Zio Bill ... il mitico incontro nel quartier generale di IBM. Il film, del 1999, ben interpretato da Noah "Dottor Karter" Wyle (Steve Jobs) e Anthony "The Dead Zone" Michael Hall (Bill Gates) narra l'acesa (e anche il declino nel caso di Jobs) dei fondatori di Apple e Microsoft; un buon film che, nonostante alcune imprecisioni, merita senz'altro di essere visto per farsi un'idea dei bei tempi andati, quando la genialità e la creatività di un uomo solo potevano ancora fare la differenza in un settore come quello dell'informatica.
In effetti il concetto di home computer è più storico che realistico, e nasce dal fatto che all'epoca erano pochi ad avere un computer in casa ed i computer professionali erano molto diversi. Adesso che PC è un termine generico usato per tutti i sistemi DosBox è un ottimo modo per riscoprire cosa fosse l'originale Personal Computer. Articolo molto interessante.
RispondiEliminaGrazie Fabio, il senso effettivamente quello spiegare come un termine generale ha col tempo assunto il significato di una sua accezione. Riguardo al DosBox, come ho scritto nel post successivo, al giorno d'oggi è più facile acquistare un C64 che un vecchio 386 ... il DosBox diventa quindi l'unico modo per rigiocare i vecchi classici e per imparare a lottare un po' con il DOS (a meno che non ci si rivolga a qualche frontend, che semplifica la vita ma toglie qual gusto retrò che non guasta mai!!!).
RispondiEliminaAlla prossima ...